lunedì 7 novembre 2016

Il linguaggio dei fiori selvatici

 Il linguaggio dei fiori selvatici di Sheila Pickles, Gremese Editore, 1996.
Numero di pagine: 96
Titolo originale: The Language of Wild Flowers
Lingua originale: inglese
Prima edizione: 1995
Prima edizione italiana: 1996
Genere: raccolta, libro illustrato

Questo bellissimo volume, manco a dirlo, è usato. Mi è capitato in mano mentre tanto per cambiare scorrevo i libri alla ricerca di qualcosa d’interessante.
Il titolo ha colpito la mia curiosità da subito, ma il contenuto è diverso da quello che mi ero immaginata. Già rigirando il cofanetto fra le mani sono rimasta incantata dai disegni, non generiche rappresentazioni floreali, ma esemplari botanici ben definiti e riconoscibili a far da cornice alla scritta. Estraggo il volume dal cofanetto e capisco subito che si tratta di un libro di un certo pregio; appena lo apro rimango catturata dalle figure: donne vestite all’antica con mazzi di fiori dai molti colori, fanciulle sedute fra i prati primaverili, tavole botaniche curate nei particolari di alcuni dei fiori che amo.
L’introduzione, fin dall’esordio, mi piace molto: “Caro lettore, questo libro dovrebbe essere letto soltanto per puro piacere: non si rivolge agli specialisti, e si occupa del comune piuttosto che del raro”(pag. 5) E poi un’elogio dei miei cari fiori spontanei: “Mi auguro che questo libro possa essere utile per rievocare una parte di quel piacere infantile che ci dà la flora selvatica. Questi fiori dei campi, così familiari e ognuno con un suo carattere delineato dalla natura circostante, rappresentano la lingua madre della nostra immaginazione” (pag. 6) L’Autrice, basandosi sul libro ottocentesco di Madame de la Tour, Le Langage des Fleurs, dedica una o più pagine a singole piante e per ognuna oltre a trascrivere nome botanico e significato nel linguaggio dei fiori, propone splendidi dipinti, poesie, credenze popolari, vecchie tradizioni ed usi casalinghi, in poche righe. I brani poetici di autori vari, hanno quell'atmosfera fiabesca da romanticismo inglese che unisce la parola all'amore per la natura, nel sublime come nell'oscuro. Ma le immagini, che trasportano in giardini inglesi dell’ottocento, o fra i silenziosi boschi europei, sono forse ciò che più dà grazia al volume, insieme ad una veste tipografica accurata ed elegante. Ed in fine, una rara raffinatezza: le pagine sono state profumate con fragranza di Campanula, poiché, spiega l’autrice “è il profumo che rappresenta quasi perfettamente l’aroma forte, fresco e boscoso di questi splendidi fiori di campo” (pag. 6)
Se siete arrivati fin qui avrete capito che stiamo parlando di un testo davvero piacevole, pregiato e leggero, di quelli che si possono sfogliare anche solo per guardare le figure, o aprire ogni tanto per lasciarsi trasportare da qualche riga di poesia, od anche da tenere in casa aperto su qualche ripiano, quasi un quadretto mutevole, una finestra su un lontano giardino.
Purtroppo non è di facilissima reperibilità, così come gli altri di quest'Autrice ma è una piccola perla che vale la pena cercare.

Utilità
Pur essendo Sheila Pickles Autrice di un certo numero di opere in italiano oltre al libro in questione è stato tradotto solo Il grande libro del linguaggio dei fiori del 1999 dello stesso editore.

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